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Linea ferroviaria Orte- Falconara

La realizzazione del potenziamento della Linea Ferroviaria Orte – Falconara è un investimento che
punta ad incrementare la resilienza dell’infrastruttura e l’accessibilità all’infrastruttura, ha l’obiettivo di massimizzare le prestazioni dei maggiori centri urbani del Centro Italia. Così dice Italferr, che ne cura il progetto e la realizzazione.

I lavori consisteranno in un raddoppio della linea ferroviaria, che si presenta non poco complicato in alcune tratte, tra cui le tratte Genga-Serra San Quirico-Castelplanio. Qui, infatti, lo sviluppo edilizio e la conformazione topografica attorno alla preesistente linea creano problemi di spazio.
L’opera è in fase di dibattimento con i comuni interessati, ma al di là della eventuale convenienza o meno dell’opera, vista la scarsità di utilizzo della rete ferroviaria in quei tratti, resta il dubbio di come sia stato valutato il problema degli espropri e successiva demolizione di 36 unità edilizie di cui 22 di tipo residenziale.
Leggendo lo studio di fattibilità di Italferr, è disponibile in rete anche una presentazione riassuntiva proprio sul sito dell’Ente delle ferrovie, sorgono altri dubbi dal punto di vista tecnico-professionale sulla realizzabilità di alcune opere di galleria che dovrebbero essere realizzate in versanti a elevato rischio frana, senza ben specificare gli interventi di mitigazione del rischio. Appare dubbiosa, nel caso del tratto Serra San Quirico, la scelta della variante che interessa proprio questo versante in frana, piuttosto che quella che attraversa il fiume che evita anche la demolizione di civili abitazioni.


Sempre sulla stessa presentazione è facilmente individuabile la superficialità con cui è stato trattato il problema già citato degli espropri, relegandolo all’ultima pagina e liquidandolo con 5 righe. Anche meno rispetto all’impatto dell’opera sulle specie faunistiche.
Eppure su tutto lo studio non si fa altro che parlare di “do not significant harm” (tradotto: “non arrecare un danno significativo”).